Periodico telematico di Storia e Scienze Umane

Numero 31
(20 dicembre 2004)

Editoriale



A pochi mesi dalla firma della Costituzione Europea ci si domanda ancora circa l'importanza dell'inserimento di un riferimento alle comuni radici cristiane dei popoli che fanno parte dell'Unione. per molti europei il non aver inserito questa tematica nel preambolo della Costituzione ha significato una delusione. Delusione nel vedere negato, o almeno trascurato, un importantissimo elemento di unione tra le genti europee.
Se è vero che l'Europa non è solo cristiana, è vero che lo è per la sua maggior parte. cristiani sono i cattolici, i protestanti, i valdesi, gli ortodossi... La radice cristiana fa parte del DNA dell'europeo ed ha origini molto lontane nel tempo. un tempo che ultimamente è stato rivalutato, giustamente, ma non ancora completamente: il Medioevo.
Sono i secoli bui, quei secoli che per gli illuministi, come forse ancora oggi ritengono alcuni loro eredi, sono stati oscurati dalla presenza ingombrante della Chiesa cristiana, che ha impedito la diffusione della cultura e della conoscenza in nome dell'inconoscibilità dell'inconoscibile. Dimenticando, forse, che sotto il segno della cultura cristiana hanno avuto pieno sviluppo le filosofie greche ed arabe di Aristotele ed Averroè. San Tommaso ha dato origine alla sistematizzazione filosofica della Scolastica; San Bonaventura ha dato vigore al desiderio di volontà di raggiungere Dio, attraverso un percorso di redenzione dal buio alla luce che ha ispirato il più grande tra i grandi: Dante Alighieri, assunto a simbolo dell'Italia e della cultura occidentale. ed è per questo che la nostra Rivista, come in altre occasioni, ha deciso di dedicare un proprio numero al supplemento Rassegna Storica online al tema tanto caro: il Medioevo.

Il Direttore

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